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Le sfide del (dis)ordine mondiale secondo Camporini e Massolo. La presentazione del nuovo quadrimestrale di Start Magazine

Il mondo è entrato in una nuova fase di ridefinizione degli equilibri internazionali, dove l’ordine liberale ereditato dalla Guerra Fredda appare sempre più come un ricordo sfocato.

È su queste premesse che si è sviluppata la presentazione del numero di luglio del quadrimestrale di Start Magazine, intitolato “La partita del nuovo ordine mondiale”.

All’evento hanno partecipato due protagonisti di rilievo del pensiero strategico e diplomatico italiano: il generale Enzo Camporini, già Capo di Stato Maggiore della Difesa, e l’ambasciatore Giampiero Massolo, presidente di Mundys ed ex direttore del DIS.

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Moderata dalla giornalista di Start Magazine Maria Scopece, la presentazione è stata l’occasione per fare il punto sulle trasformazioni che stanno riscrivendo le regole della convivenza internazionale.

Al centro del dibattito, i recenti sviluppi in Medio Oriente, in Ucraina e al vertice NATO dell’Aia, con un focus sul ruolo fluido delle potenze regionali che stanno approfittando degli spazi di manovra offerti dal progressivo disimpegno degli Usa come “guardiano” globale.

Per Camporini assistiamo a una fase in cui i proclami sostituiscono la sostanza. Se l’amministrazione Trump incassa un risultato mediatico dal vertice Nato, in cui è riuscito a imporre il 5% del PIL di spese militari agli alleati, non è chiaro cosa s’intenda davvero con una tale percentuale. Intanto l’Ucraina soffrirà la mancanza di sistemi d’arma come i missili Patriot, che possono essere rimpiazzati solo in parte dai SAMP-T europei. Il generale ha posto poi l’attenzione sull’ascesa silenziosa della Turchia, che si candida a diventare l’ago della bilancia nel Medio Oriente e a investire nell’industria degli armamenti, con risvolti anche nel nostro Paese.

L’ambasciatore Massolo sottolinea come ciascun conflitto diventi oggi, di fronte al passo indietro degli Stati Uniti, potenzialmente irrisolvibile, poiché nessuno tra gli attori internazionali è in grado di imporsi davvero sulle “medie” potenze. In questo senso andrebbe dunque letto l’intervento Usa in Iran, resosi necessario per il protagonismo di Netanyahu, che rischiava di smentire la promessa di Trump al suo elettorato di non trascinare il Paese in una nuova e prolungata guerra in Medio Oriente. Al centro di tutto il nucleare, ritenuto essenziale per garantire la continuità della leadership, come dimostra anche il caso della Corea del Nord. Al fianco di queste medie potenze, cresce l’influenza dei Paesi del Golfo, impegnati in un’epocale trasformazione del proprio ruolo “da benzinai a finanziatori del mondo”.

Scarica La partita del nuovo ordine mondiale

 

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