Esperti, parlamentari ed accademici hanno affrontato i temi della strategia industriale della difesa dell’Ue e della collaborazione tra settore pubblico e privato. Dal confronto è emerso che la difesa non può prescindere dagli investimenti e dalla tecnologia dei privati. Elementi ancora più importanti in un’epoca instabile come quello che viviamo in questi anni.
La recente escalation in Medio Oriente ha riacceso un focolaio mai spento, mentre alle porte dell’Europa il conflitto tra Russia e Ucraina non accenna a terminare. Al tempo stesso, l’elezione di Trump potrebbe allontanare ancora di più gli Stati Uniti dall’Europa, accrescendo il disimpegno degli Usa nei confronti delle questioni Mediterraneo. In questo scenario in continuo mutamento il comparto della Difesa, pubblica e privata, svolge un ruolo ancora più centrale.
“Oggi investire in sicurezza e difesa significa investire nei fondamenti della nostra società, senza questi presupposti non ci può essere benessere e sviluppo”, ha detto il Sottosegretario di Stato alla Difesa, on. Matteo Perego di Cremnago, intervenuto come relatore.
“C’è una necessità di investimento molto importante nella cybersicurezza. Anche qui noi scontiamo la paura esplicitare che sulla rete sia necessaria la capacità di difesa ma anche di attacco, serve potere di deterrenza che è fondamentale in ogni scenario bellica”, ha affermato l’on. Ettore Rosato, IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati.
“L’Italia può essere protagonista perché è un Paese fatto di grandi eccellenze, fatto di piccole e medie imprese che rappresentano l’80% del nostro tessuto economico, ma per affrontare le sfide attuali e future dobbiamo fare sistema”, ha affermato il sottosegretario Perego di Cremnago.
“La sfida è su due fronti, da un lato mantenerci al passo con le evoluzioni
dello scenario geopolitico. Allo stesso momento, innestare le tecnologie necessarie per mantenere le performance e capacità di reazione alle minacce che sono in evoluzione”, spiega Dott. Giovanni Soccodato, ad Mbda Italia.
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