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Presentato il libro Economia Circolare di Start Magazine. Le foto dell’evento

Economia circolare

“L’economia circolare può decollare solo se fondata su processi innovativi di industrializzazione”. E’ una delle posizioni espresse durante la presentazione del libro a cura di Start Magazine, dal titolo “Economia circolare. Città, imprese e modelli produttivi, l’Italia che cambia”, un confronto tra esponenti di Governo e delle istituzioni, docenti universitari e stakeholder, sul tema della circular economy, con particolare attenzione alle tematiche riguardanti i rifiuti, l’end of waste, la mobilità elettrica e la rigenerazione urbana.

Durante il dibattito si è evidenziato come, secondo i dati forniti dall’Ispra, l’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale, in Italia nel 2017 si siano ottenuti quasi 140 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, prodotti dalle imprese, e circa 30 milioni di rifiuti urbani di cui vengono avviati a riciclo, rispettivamente, il 65% (92 milioni di tonnellate) e il 47% (15 milioni di tonnellate). Per i rifiuti urbani siamo quindi ben lontani dalla soglia prevista dalla normativa europea che impone entro il 2035 di avviare a riciclo il 65% come già riescono a fare le imprese e a discarica solo il 10%.

E’ emerso anche come secondo i dati forniti dalla Confederation of European Waste to Energy Plants (Cewep), nel 2017, l’Italia con 6,11 milioni di tonnellate di rifiuti esce sempre sconfitta se paragonata a paesi simili per popolazione e per produzione di rifiuti: tutti hanno investito di più, smaltiscono di più e danno lavoro a un maggior numero di persone, anche avvalendosi di impianti di ultima generazione. In totale nel Vecchio Continente sono 492 i termovalorizzatori attivi e 96 milioni di tonnellate i rifiuti trattati in essi. Nell’ipotesi in cui l’Italia riesca a superare gli obiettivi della Direttiva UE 2018/851 in tema di gestione dei rifiuti urbani, raggiungendo una percentuale di effettivo riciclo pari al 70% entro il 2035 e azzerando i conferimenti in discarica, il volume dei rifiuti residuali sarebbe pari a circa 9 milioni di tonnellate. Considerato che l’attuale capacità di termovalorizzazione a livello nazionale è inferiore a 6 milioni di tonnellate, il gap di capacità sarebbe pari ad almeno 3 milioni di tonnellate l’anno.

Per ciò che attiene la mobilità elettrica in Italia il parco circolante elettrico è costituito da circa 33.726 veicoli contro i 38 milioni a combustibili fossili. Le infrastrutture di ricarica (colonnine) sono poco più di 5.000 mentre se si considerano i punti di ricarica sono poco più di 10.000. Inoltre si aspetta la fine dell’iter legislativo della bozza del decreto per l’implementazione del vehicole to grid in Italia, in corso di studio presso il Mise, all’interno della quale è previsto l’abbassamento della potenza minima necessaria per accedere al mercato dell’energia elettrica.

Relativamente al biometano, in Italia a fine 2017 si contavano solo 7 impianti. Tuttavia, le prospettive di crescita per il settore nazionale sono ottime: il potenziale di sviluppo del biometano individuato nella Strategia Energetica Nazionale è di 8 mld di m3 al 2030, ma esistono stime anche maggiori. Si tratterebbe di un contributo importante, considerando che l’Italia oggi importa il 90% del gas naturale che consuma, principalmente da Russia e Algeria.

In ottica di economia circolare, la trasformazione sociale, culturale, economica e materiale degli spazi urbani è uno dei cambiamenti più importanti in atto in questi decenni. Le città hanno bisogno di una “visione circolare” che comprenda tutti gli spazi nel processo di trasformazione: trasporti, mobilità, energia, tecnologia e digitale. La riqualificazione delle periferie deve essere il punto di partenza per poter dare una svolta ad una situazione precaria sia a livello edilizio sia ambientale. In questo senso va l’impegno di Cassa Depositi e Prestiti, previsto anche nel piano industriale 2019-2021 e la visione circolare di Enel presentata in contesti cittadini anche internazionali (Cile e Brasile).

Evidenziate, durante la presentazione, le buone pratiche, riportate nel libro, che sono già in atto e che riscuotono un grande successo. E’ il caso del consorzio Conou, grazie al quale nel 2018 sono state raccolte circa 186 mila tonnellate di oli usati, il 99% del totale; un risultato senza eguali in Europa. Oppure il caso del consorzio Coripet, che ha ottenuto dal ministero dell’Ambiente l’autorizzazione per la gestione dei propri rifiuti (bottiglie in PET dei propri associati), e che intende creare, mediante il riciclo bottle to bottle. Altro esempio di best practice è il progetto di recupero delle scorie di acciaieria lanciato da Acciai Speciali Terni, insieme all’azienda finlandese Tapojärvi Oy.

Hanno partecipato alla presentazione: Umberto Buratti, deputato; Giovanni De Feo, docente universitario; Alessandra Gallone, senatrice; Vannia Gava, deputata; Roberto Morassut, Sottosegretario di Stato Ministero dell’Ambiente; Alessandra Todde, Sottosegretario di Stato Ministero dello Sviluppo economico; Simone Togni, Presidente ANEV; Mario Turco, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio; G.B. Zorzoli, Presidente del Coordinamento Free; Michele Guerriero e Valerio Giardinelli di Start Magazine. Hanno preso la parola anche Luca Valerio Camerano, Ad di A2A; Bruno Mattucci, ad di Nissan Italia; Paolo Tomasi, presidente di Conou; Giancarlo Longhi, presidente onorario di Coripet e rappresentanti di Cdp, Snam, Ast, Utilitalia, Enel.

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